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C.E.Gadda definì la villa "metà Ahlambra e metà Kremlino, criticandone pesantemente il gusto architettonico che solo a cent'anni dalla costruzione riesce a inserirsi nel paesaggio del Lago d'Orta. Come diceva un mio amico architetto "il tempo è una grande tintura di iodio per le ferite architettoniche" (intendendo che alla fine ci si abitua). L'ambiente è definibile in due parole: snob e affascinante. La cucina è ottima (niente da dire) ma raramente il menù affronta efficacemente i prodotti e le tipicità di questa zona. Grande cantina, ma vorrei vedere se fosse altrimenti. Il servizio riflette in pieno lo spirito del ristorante: "guarda come me la tiro!" sembra promani da ogni angolo della villa. Insomma tutto è in superficie "perfetto", ma senz'anima, standardizzato. Non basta per fare una grande cantina prendere tutte le etichette più prestigiose, occorre anche ricercare tra i produttori meno conosciuti l'eccellenza di un prodotto particolare, di quelli che non appaiono sulle riviste alla moda. E ciò vale anche per la cucina. Al momento del conto, nel porgere la vostra carta di credito, vi tornerà alla mente S.Bartolomeo, il martire che fu spellato. La sensazione è di aver pagato una cornice più del quadro. E forse per chi cerca in un ristorante sapori e sensazioni gustative, olfattive, e visive sulla tavola, e non solo intorno alla medesima, non è il massimo.
NOLI (SV)
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