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Pasqua a Mantova. I Sacri Vasi

Città di Virgilio, poeta latino dell'Eneide e delle Bucoliche (le opere più note), Mantova nel periodo pasquale offre un vero e proprio itinerario di culto legato alla più santa delle reliquie: il Sangue di Cristo.

Mistero e fede si intrecciano nel rito dei Sacri Vasi e ogni anno la bellissima città si riempie di fedeli che associano il pellegrinaggio alla scoperta storico artistica di capolavori cittadini legati allo splendore di Mantova, al suo ruolo di propagatrice di cultura, alla sua valenza politica nelle vicende italiane del Rinascimento.

La tradizione e il culto dei Sacri Vasi affondano le loro radici in tempi lontanissimi: si narra che la sacra reliquia sia stata portata a Mantova da San Longino, il soldato romano che, come riferiscono i Vangeli, finì con una lancia Gesù sul Calvario. La tradizione narra che Longino si convertì al Cristianesimo e, raccolto il sangue di Cristo, partì per testimoniare gli eventi e la Parola del Signore giungendo fino a Mantova. Nella città Longino nascose la sacra reliquia nell'orto dello Spedale del Pellegrino. Il rito dell'ostensione dei Sacri Vasi si celebra il pomeriggio del Venerdì Santo. L'apertura dei forzieri che contengono i Vasi è molto complessa e coinvolge sia autorità civili che religiose che si alternano nell'inserimento delle chiavi nelle numerose serrature fino all'apertura dell'urna.

Appena prelevati i Vasi vengono portati nella Basilica di Sant'Andrea per essere venerati dai fedeli e, in seguito, fatti sfilare in processione per tutto il centro storico. Il Sangue di Cristo è misto a terriccio della Terra Santa e viene conservato nelle coppe, dette Vasi, opera di Giovanni Bellezza. Furono commissionate a Bellezza dall'Imperatore Francesco Giuseppe nel 1876 per sostituire le coppe originali che erano state trafugate. Anche se i vasi sono recenti la sacra reliquia si è conservata grazie al ripetuto e prudente frazionamento nel corso dei secoli. Papa Leone III, che per primo dichiarò autentica le reliquie, ne donò una piccola parte all'Imperatore Carlo Magno che la fece deporre nella Cappella Reale a Parigi. Durante le invasioni degli Ungari del 923, si provvide a dividere nuovamente e segretamente la Sacra Terra, conservandone una parte nella Chiesa di San Paolo, contigua alla Cattedrale, e l’altra all'interno di due vasi di cristallo, seppellendoli nell'orto dell'oratorio dedicato al Sangue di Cristo. Si narra che un’apparizione dell'Apostolo Andrea, nel 1048, portò al ritrovamento, dopo il quale vennero costruiti la chiesa e il monastero proprio per conservare il sacro reperto. Papi e Imperatori da allora diedero avvio a pellegrinaggi per rendere omaggio alla Reliquia. Nell’anno Mille sia Papa Leone IX che l'imperatore Enrico III ne ricevettero in dono una minuscola porzione: il monarca tedesco la portò infine a Weingarten in Germania, ove ancor oggi è conservata. La storia legata alla Reliquia racconta poi che Papa Pio II Piccolomini, malato, fu risanato dopo un pellegrinaggio al Sacro Sangue.

La Basilica dove son custoditi i Sacri Vasi venne costruita per accoglierli degnamente e fu commissionata a Leon Battista Alberti nel 1472 (la cupola fu realizzata su progeto di Filippo Juvarra nel 1732) che realizzò uno dei capolavori del Rinascimento Italiano. All'interno si trovano opere di Andrea Mantegna, Correggio e Giulio Romano oltre ad affreschi del XVI e XVIII secolo. Il percorso della Passione a Mantova procede con una visita alla Rotonda di San Lorenzo, la più antica del luogo, costruita nel cuore medievale della città su modello di quella del Santo Sepolcro a Gerusalemme. La chiesa è collegata da elementi simbolici e tradizionali alla leggenda del Sacro Graal del quale proprio San Lorenzo sarebbe stato uno dei primi custodi. Un itinerario legato alla Passione e alle feste pasquali a Mantova è una ottima occasione per scoprire la città, Patrimonio dell'Unesco dal 2008. Non può mancare una visita la Castello di San Giorgio, costruito tra il 1395 e il 1400, e riconoscibile dalle sue torri in una delle quali Andrea Mantegna affrescò la famosa Camera degli Sposi. Sul lato sinistro di Piazza Sordello si trova invece Palazzo Ducale, residenza dei Gonzaga. Sul lato destro della stessa piazza sorge il Duomo edificato nel tredicesimo secolo e ristrutturato da Giulio Romano nel 1545. Palazzo Te, uno dei simboli della città, fu costruito tra il 1525 e il 1534 da Giulio Romano su commissione di Federico II Gonzaga, ed è l'opera più celebre dell'architetto. Il genio di Giulio vi trasfonde la cultura raffaellesca e michelangiolesca, lascia testimonianza di una profonda conoscenza della tradizione classica e vi propone inedite, soprendenti invenzioni. Tantissime emozioni accompagnano il visitatore in un percorso ricco e vario: dal Cortile d'Onore alla Sala dei Cavalli, dalla Camera di Psiche a quella dei Venti e delle Aquile, dalla preziosa Camera degli Stucchi alla tumultuosa Camera dei Giganti.

Al piano superiore sono ospitate raccolte di interesse documentario e artistico: la donazione "Arnoldo Mondadori", relativa a due pittori tra i principali del periodo tra Otto e Novecento: Federico Zandomeneghi e Armando Spadini; la collezione Mesopotamica Ugo Sissa, tra le pochissime in Italia, con circa 250 opere relative alle antiche civiltà sviluppatesi tra il Tigri e l'Eufrate; la Sezione Gonzaghesca che espone i pesi e le misure in bronzo dell'antico Stato dei Gonzaga, nonché coni, punzoni, medaglie e monete di Mantova e dei principati minori; la raccolta Egizia acquisita dal mantovano Giuseppe Acerbi, console in Egitto agli inizi dell'Ottocento che comprende sculture in marmo, bronzo e legno, oltre a numerosi oggetti legati ai riti funerari e al culto delle divinità.

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Fonte: www.bed-and-breakfast.it

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